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Arab jazz

Karim Miské

Presentazione:

Parigi, XIX arrondissement. In una notte di giugno Laura, hostess sulla trentina, viene uccisa in casa sua. L'inquilino del piano di sotto è Ahmed Taroudant, trentenne anche lui, affetto da depressione cronica. Il suo miniappartamento è pieno di romanzi gialli acquistati da Monsieur Paul, il libraio sotto casa, e le sue orecchie ascoltano tanta buona musica. Sembrerebbe proprio lui - capelli un po' crespi, labbra carnose, sguardo dolce - l'omicida perfetto. Eppure quando i due tenenti incaricati del caso, la rossa Rachel e il silenzioso Jean, bussano alla sua porta, bastano poche battute per capire che la soluzione non può trovarsi tanto vicino. I due poliziotti, ben distanti dall'immaginario dato dalla divisa, cuori solitari e spiriti critici, sono inchiodati su un caso in cui i potenziali assassini sono troppi. Fino a quando inizia a dipanarsi un filo che parte dalla comunità dei testimoni di Geova e si collega alla diffusione di una nuova droga, il Godzwill. Lo scenario che fa da sfondo all'efferato omicidio si estende dal XIX arrondissement a Crown Heights, da Parigi a New York, simboli dell'integrazione occidentale, dove minoranze etniche e religiose hanno piantato nuove radici. Tra negozi kasher, ristoranti turchi, parrucchieri ebrei e librai armeni, "Arab jazz" sveste l'immagine banalizzata delle coesistenze miste e ritrova la sostanza di quel che si muove al di sotto degli skyline metropolitani.
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