Presentazione:
Gilbert Anselm Langton, intermediario poliglotta di fama internazionale, è il protagonista de “ Il grande mediatore”,Gilbert viene invitato, con una certa urgenza, da un influente amico giapponese, il potente Kenji Tanaka, che, di concerto col tedesco Carl Leibig, gli propone un compito assai delicato, per non dire una vera e propria missione. Ossia fungere da arbitro conciliatore all’interno di un insieme, debitamente selezionato, composto da diplomatici, militari, studiosi di economia politica ed antropologi. I quali vengono radunati per raggiungere uno scopo oscuro, quasi allarmante: definire e mettere in pratica un asse a tre, Germania, Russia, Giappone, che porti ad una riconfigurazione dell'economia sovietica. Un progetto che, qualora andasse in porto, schiuderebbe orizzonti nuovi ed assai proficui per i partecipanti, sotto ogni punto di vista.
Langton, mediatore di provata esperienza ed imparzialità, dovrebbe sapersi muovere a proprio agio in un territorio simile, malgrado l'altissima posta in gioco. E tutto all'inizio pare in effetti incanalarsi per il verso giusto, senonchè due variabili impreviste disseminano di trappole la strada dell'accordo. La prima è una presenza femminile ambigua, quella della diplomatica Marta Boysen; la seconda si manifesta quando, come dal nulla, irrompono sulla scena due faccendieri di dubbia reputazione, il giapponese Hashino e l'italiano Cubeddu. I fondi che i due vorrebbero immettere nel progetto, viene presto scoperto, sgorgano da malefatte assortite di mafie internazionali. Ma, forse, a questo punto la ruota ha cominciato a girare e non è più possibile, per non dire assennato, cercare di fermarla.
I nodi alla fine vengono al pettine. Tutti i partecipanti al progetto portano le proprie ingombranti personalità e gli scopi più reconditi che si sono preposti di raggiungere ad una riunione generale, che si tiene a Bangkok sotto la supervisione di Tanaka, Carl Leibig e, naturalmente, Gilbert.