Presentazione:
Lontano sia dal filone poliziesco che da quello fantastico in cui Collins eccelse, "Vita di un furfante" non è mai serio per due momenti consecutivi e '"si legge tutto d'un fiato" (sono parole dello stesso autore) come succede nelle migliori detective-stories. A coinvolgere il lettore non è la tecnica di suspense, né l'intrigo; è piuttosto il brio, la vis comica irresistibile con cui il protagonista Frank Softly, giovane di buona ma squattrinata famiglia, ricostruisce le sue "memorie" di furfante alla fine redento. Da medico mancato a falsificatore di quadri, Frank è coinvolto suo malgrado in un'organizzazione criminale che gli procurerà la deportazione forzata in Australia. Insieme alla comicità, a catturare il lettore c'è poi la limpidezza della prosa, che nella sintesi della lezione settecentesca di parziale derivazione picaresca, con moduli narrativi tipicamente vittoriani, è agita da un grande piacere di raccontare e di divertire.